Descrizione
In questi giorni ho visto il film di Giuseppe Tornatore: Baaria, e mentre sullo schermo scorrevano le scene, nella mia mente si componevano altre scene di personaggi ed eventi che avevo immaginato leggendo gli scritti di Mimmo. Il film mi è piaciuto per la poesia che sottaceva alla narrazione di eventi personali e sociali, a volte anche drammatici (povertà , lotte politiche, rivolta dei contadini, la guerra) e alla presentazione dei personaggi (festaioli e sofferenti, leali e bugiardi, intriganti e creduloni, idealisti e disincantati) comunque protagonisti di quel tessuto sociale che fanno la vita e la storia di una comunità . L’umanità che emerge è una umanità che gode di una misericordia data gratuitamente dall’azione spirituale della poesia che non è coinvolta dal realismo della cronaca ed è libera dal giudicare. Una umanità in pace con se stessa e con la storia. Questo è quanto leggo negli scritti di Mimmo. Chi entra in una galleria, anche se ben illuminata artificiosamente, patisce l’assenza della vera luce, quella che ha conosciuto prima di entrarci, e cammina nell’attesa di ritrovarla all’uscita. L’umanità intera vive costantemente nell’attesa di quel “giorno senza tramonto” che il Signore Gesù ci ha promesso. San Paolo dice: chi ci separerà dall’Amore di Cristo? Forse la fame, il dolore, la persecuzione? Solo chi rimane prigioniero della “galleria” non vedrà mai la luce, ma chi ne uscirà , (perché cosi deve essere) vedrà la luce. Io ho visto nella narrazione di Mimmo questo anelito e questo volere andare verso l’aurora senza tramonto, per cui anche il dramma del “peccato”, che pur è rappresentato, è confortato dal dono della Misericordia.
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