Che cosa può un sogno notturno, persistente, continuo?
Può far nascere un libro dove si snodano infinite esperienze di vita vissuta, apparentemente normali, se solo non fossero condotte da un malato di Sclerosi multipla alla prese con la sua straordinaria quotidianità. Sì, perché nel momento stesso in cui ci si mette faccia a faccia con la malattia, essa viene a prendersi parte del destino di ogni uomo e condiziona inevitabilmente da lì ai prossimi respiri.
“E allora io mi vesto di sogni..!”, interamente scritto con il puntatore oculare, narra di questo, del primo giorno e della reazione dei genitori dell’autore alla notizia, di come molte persone “amiche” si siano allontanate, forse per paura…
Una narrazione – densa, a tratti comica, per altri versi commovente – condotta in prima persona sin dalla pagina d’esordio che calamita da subito l’attenzione del lettore, quello più sensibile.
«Ho scritto del mio indissolubile rapporto con l’arte, di come tutto sia cominciato, di come odiavo fare l’interprete, del rapporto burrascoso con mio padre. Spiego come sono riuscito a fare il prestigiatore pur non avendo sensibilità nelle mani, raccontando in prima persona un intero spettacolo e di come, pur non avendo forza nelle gambe, sia riuscito a trovare il modo per riposarmi e arrivare sempre a fine spettacolo. Spiego le varie tipologie di farmaci presi, i loro effetti collaterali, l’operazione alle giugulari CCSVI e di come sia stato inutile, tutto».
Evitando di annoiare il lettore con i dettagli dei disagi e problematiche fisiche più brutte, nel libro non manca neanche qualche puntatina all’attualità, alla politica, alla religione e quant’altro.
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