La incontriamo nuovamente immersa nel verde, in quella campagna che ormai è diventata un buen retiro, dove raccoglie le idee e dà sfogo a un’immaginazione senza confini.
La nostra autrice Cinzia Nazzareno è in fibrillazione alla vigilia della sua nuova pubblicazione: si intitola “Lo Scarabocchio”, un titolo che, incentrato su “difficili” problematiche legate all’identità di genere ancora terribilmente attuali, promette di far già parlare di sé. Tutto è già stato deciso, dunque, e si aspetta solamente il responso dei lettori, quelli che hanno così tanto apprezzata il suo esordio letterario Il sole in fondo al cuore, dallo sfondo più intimistico, e che attendono fiduciosi la sua seconda prova d’autore.
– Cinzia Nazzareno, la sua seconda opera è…
È davvero tosta! Nel senso che è molto impegnativa e, per alcuni versi, originale.
– Il romanzo è ancora una volta ambientato in Sicilia. Che tipo di isola è la sua?
La Sicilia di cui parlo è quella degli anni ‘70, bella come sempre, infinitamente retrograda e bigotta come non mai.
– Una prova d’autore non indifferente, visto che si compone di più cornici spazio – temporali. Perché questa scelta?
Trattandosi di un tema sociale sempre attuale e presente nel palcoscenico umano della nostra terrena esistenza era giusto muoversi su più piani temporali. Da un lato il passato, mai del tutto passato e il presente che si spiega quasi sempre attraverso il filtro della lente del passato, ma forse in una dimensione meno critica e volta alla comprensione e all’accettazione di certe condizioni umane derubricate e non più considerate scandalose.
– Quali le differenze rispetto al suo primo romanzo di tipo intimistico?
Lo scarabocchio nasce dall’esigenza di comprendere e accettare chi viene ancora oggi considerato “diverso” e per questo discriminato e relegato ai margini della società. È un a storia che ha lo scopo di indurre il lettore a riflettere sulla condizione umana del debole e dei reietti in generale, perché trovo giusto che nella società ognuno possa trovare il proprio posto al sole! Tutti ne abbiamo pieno diritto.