IL LIBRO
Il processo di transizione che è in atto in Afghanistan è di assoluta rilevanza storica. Partendo da questa considerazione, in occasione di un media tour di una decina di giorni, svoltosi tra Herat, Shindand e Bala Boluk, un gruppo di giornaliste hanno pensato bene di immortalarlo in un quadro più ampio, in maniera da poter lasciare una traccia tangibile che non vada perduta nelle pieghe, a volte marginali, di un articolo di cronaca. A partire dalle interviste raccolte tra i militari della missione ISAF, tra gli abitanti dei villaggi, tra i governatori e i generali afgani, nasce l’idea di un libro, che possa raccontare l’Afghanistan di oggi e cercare di leggere i risvolti che l’apporto e il contributo dei militari italiani, soprattutto nella parte ovest, avranno sul nuovo volto dell’Afghanistan di domani. Oltre alla parte testuale, il progetto che le giornaliste Samantha Viva, Katiuscia Laneri e la fotoreporter Elisabetta Loi hanno realizzato, comprende una vasta raccolta di foto e un video, per documentare in maniera completa e non univoca, ma avvalendosi di tre diversi livelli comunicativi, un viaggio in un universo meno noto di un paese che vive ancora sotto l’etichetta di avamposto dei Talebani. Non si sa niente della realtà del posto e delle sue difficoltà, di come la gente stia cercando di affrancarsi dalla criminalità, dall’oppio, dai pregiudizi e dall’isolamento. Il messaggio che a volte traspare dalle numerose attività che i nostri militari svolgono, in un paese così contraddittorio e complesso e di quanto il suo popolo sia legato al nostro, merita più attenzione, soprattutto visto il riconoscimento del cosiddetto “sistema Italia” quale modus operandi che ha fatto scuola e ha fornito competenze e suggerimenti indispensabili per far sì che nel 2014, con la fine della missione ISAF, o il suo molto più probabile ridimensionamento nel numero e nelle funzioni, il popolo afgano sia finalmente indipendente. Il lungo processo che è ormai giunto alla sua quarta fase ha visto anche il riassetto delle capacità militari e delle forze locali di polizia afgane, che ogni giorno acquistano sicurezza e capacità, grazie all’affiancamento costante dei nostri reparti specializzati come i MAT e i PAT, per non parlare delle numerosi innovazioni introdotte in ambito non solo strategico ma anche culturale e sociale, primo fra tutti l’ingresso delle donne nell’esercito. Anche la battaglia per i diritti delle donne merita uno spazio adeguato per non incorrere in facili qualunquismi e approssimazioni occidentaliste ad un fenomeno che rientra in un universo complesso come quello del mondo islamico.
Tutti questi spunti meritano quindi una riflessione più ampia della pagina di un quotidiano e vengono forniti, al lettore, nell’ottica di un quadro di comprensione più ampio, senza la pretesa di raccontare l’Afghanistan in un centinaio di pagine o con occhio da studioso, ma con la volontà di fornire, a chi sa poco o nulla dell’argomento, il resoconto della gente che vive il suo contesto con partecipazione e consapevolezza.
LE AUTRICI
L’autrice del testo. Samantha Viva, nata a Catania nel 1977, ha iniziato la carriera giornalistica nel 2001, collaborando per quotidiani on-line e periodici che trattavano storie di immigrazione, per poi approdare al quotidiano La Sicilia, su cui scrive di sociale, volontariato e cultura. Cura, altresì, l’ufficio stampa dell’antiracket etneo, ovvero “Un’area di crisi nostrana” come ama definirla. L’amore per i viaggi e per le culture lontane si è presto trasformato in una esigenza di conoscenza anche delle aree di crisi all’estero, per questa ragione, dopo aver conseguito un master di secondo livello per inviati di guerra promosso dall’università Roma Tor Vergata, la fondazione Maria Grazia Cutuli, lo Stato Maggiore Difesa, la CRI e il Corriere della Sera. Si è recata in Libano e di recente in Afghanistan, raccontando nei suoi reportage da freelance, storie di donne e di uomini che vivono ogni giorno realtà difficili. Dottore di ricerca in italianistica, ha pubblicato numerosi saggi e articoli sulla letteratura del Novecento, in particolare su Sciascia. È autrice di testi teatrali e ha debuttato in teatro con un atto unico dal titolo “Scatole Cinesi”, nel 2011.
L’autrice del video. Katiuscia
Laneri napoletana, ha studiato come Operatore Turistico
prima di cimentarsi nel giornalismo nel 1994 e diventare un volto noto
dell’informazione locale. Dieci anni dopo decide di fare della telecamera i
suoi occhi e le sue orecchie perché i telespettatori potessero
“vivere” la notizia.
Come videoreporter ottiene un riconoscimento da Assovetro all’VIII Concorso
Giornalistico Nazionale, è Premio Cilento 2006; Premio Città di Salerno 2009;
Premio Donna Speciale per Donne all’Opera 2010. È direttore responsabile della
rubrica tv “Special”, amministratore unico di Kappaelle Format&Communication
Srl, scrive per Mille Canali (Il Sole 24 Ore Edizioni) e ha pubblicato di
recente il romanzo “Viaggio di Vita di Videoreporter”. Embedded dal
2009, questa è stata la sua seconda esperienza in Afghanistan dopo altrettante
in Libano ed una in Kosovo.
Ha seguito il VI corso SMD-FNSI per giornalisti destinati ad operare in aree di
crisi ed il 32° CO.CI.M. (Corso in Cooperazione Civile-Militare) al CASD
(Centro Alti Studi della Difesa) di Roma.
Elisabetta Loi è nata a Lanusei
nel 1974.
La grande passione e determinazione del padre le hanno trasmesso l’amore per la
fotografia e per il fotogiornalismo. I suoi servizi vengono pubblicati
quotidianamente da L’Unione Sarda e da periodici e agenzie fotogiornalistiche
nazionali e internazionali tra le quali il Corriere della Sera, l’Ansa, e
l’agenzia Kikapress.
Nei suoi reportage spazia dalla cronaca allo sport. Dal 2007 realizza in tutta
la Sardegna reportage di viaggio; i suoi servizi vengono utilizzati per
promuovere Enti e Istituzioni e pubblicati su diversi periodici nazionali, tra
cui Bell’Italia, InViaggio e Atmosphere di Meridiana Fly. Nel 2009, durante i
duri cicli di chemioterapia a cui è stata sottoposta, è nato l’interesse verso
l’Afghanistan e verso la missione ISAF a cui i soldati della Brigata Sassari
stavano partecipando. Nel 2011 ha partecipato al corso di alta formazione di
fotogiornalismo presso l’Agenzia Contrasto di Milano. Nel 2012 parte da
embedded in Afghanistan al fianco dei militari della Brigata Sassari. Ad
ottobre dello stesso anno partecipa al corso dello SMD sulla conoscenza e
prevenzione del rischio in aree di crisi e a dicembre, al fianco della Brigata
Taurinense, ha continuato a documentare la missione ISAF in Afghanistan.