Questo è un promemoria dedicato a te che leggi e a me che scrivo. Un promemoria come quelli che scriviamo sui post-it, esattamente. Solo che è un po’ particolare.
Ho scelto qualcosa di cui parlare, per evitare di fare un’auto-presentazione. Se faccio qualche colloquio o provino e mi fanno la fatidica domanda: «Daniele presentati, dicci qualcosa di te», preferirei parlare di cosa ho mangiato a colazione o del tempo fuori. Non sono capace a descrivermi con le parole. Io voglio raccontarmi attraverso quello che scrivo.
Ecco per l’appunto che ho scelto questo strano e insolito post-it. Per prima cosa avrai letto il titolo (non poteva essere diversamente) e leggendolo si possono dare mille spiegazioni. Ognuno può interpretarlo dal proprio punto di vista. Io ti do tre chiavi di lettura, tre spunti di riflessione attraverso i quali è possibile leggere tale promemoria. Tranquillo, sarò sintetico. Mi riesce bene. Sono uno di poche parole (ecco ho descritto una cosa di me, mi è scappato!).
Il primo spunto è: qualunque cosa tu faccia, sii presente. Lontano dal passato e dal futuro.
Il secondo è: la migliore cosa che tu possa fare in questo momento è quella che stai già facendo.
Il terzo: una mente piena di pensieri blocca l’ispirazione (o vena artistica, come la vogliamo chiamare).
Inizio col primo riportando una frase che diceva sempre il mio professore di Osteopatia:«La prima regola è essere presenti con tutto se stessi, qualsiasi tecnica si applichi al paziente. Anche la più semplice. È la presenza che determina la qualità di quello che viene fatto». Volendo allargare gli orizzonti di questo pensiero al quotidiano vivere, si finisce per trovare esattamente un riscontro a rovescio. Già, perché qualsiasi azione venga fatta riusciamo a pensare a tutt’altro, a essere in balia della mente, che come un cavallo imbizzarrito ci tira ora verso il passato, ora verso il futuro. E noi accettiamo questo gioco. Perché nel passato c’è sempre qualcosa che vale la pena ricordare e nel futuro ci sono tutte le nostre intenzioni, i nostri progetti. Come puoi non pensarci?
Quando mangi, prova a pensare solo al gesto di imboccare il cibo. Accendi i sensi e focalizzali su quel gesto apparentemente banale, che ripeti da tanti anni e diverse volte al giorno. Proverai una strana sensazione, come se qualcuno all’improvviso avesse spento tutti i pensieri che avevi in testa, pigiando un interruttore di cui non conoscevi nemmeno l’esistenza. È come rinchiudersi in una stanza silenziosa e insonorizzata dopo essere stati assordati da voci e rumori martellanti.
Il secondo punto è davvero semplice da comprendere. Per esempio: se hai scelto di leggere queste righe è perché hai dato priorità a questa azione. In questo preciso momento non è importante cucinare, pensare alla riunione del lavoro, o ad una storia finita male. Ora stai solo leggendo, ti basta questo e non hai motivo per pensare ad altro. Se ad un certo punto, però, ti accorgi di aver dimenticato cosa hai letto nelle righe precedenti, significa che ti sei distratto, concedendo ad un altro pensiero di insediarsi nella tua mente. No? Quasi senza rendertene conto sei uscito dal momento presente, allontanandoti dall’azione che prima stavi facendo con tutto te stesso.
Il terzo spunto di riflessione lo spiego riferendomi a questo stesso articolo. Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa per il nuovo blog di Bonfirraro. Beh, a me piace scrivere. Ho scritto un romanzo. Perché dovrebbe essere difficile scrivere un articolo a piacere? Lasciami dire che un po’ lo è. Innanzitutto perché quando sei libero di scrivere quello che vuoi, non sai mai da dove cominciare e mille cose si accavallano nella mente.
Ho pensato:«E ora che scrivo? Ho pochi giorni per inviare il mio lavoro. Da cosa prendo spunto? Di cosa parlo? Dai Daniele, pensaci!». Ecco, primo errore: pensare troppo.
A volte manca l’ispirazione e manca quando la vorresti. Succede a chiunque, a chi suona, a chi canta, a chi dipinge, a chi scrive. Capita di non avere l’ispirazione nel momento del bisogno. Io, per esempio, non ho mai l’ispirazione quando vorrei averla e quasi come per gioco mi viene nei momenti meno opportuni: quando sto correndo, quando sono al mare a nuotare, sotto il getto scrosciante della doccia. Nella maggior parte dei casi non ho nemmeno un pezzo di carta (e mentre corro o nuoto vorrei vedere che me ne faccio!) e se per caso dovessi averlo, allora è la penna che mi manca. Se mi va bene lo segno con qualche parola-chiave sul mio smartphone. Alla fine passa inevitabilmente un po’ di tempo prima che riporti nero su bianco quell’insieme di pensieri. Il tempo necessario a capire che non sto provando più quella sensazione, non sono più nel contesto che aveva dato vita alla mia ispirazione. E a quel punto mi sembra anche inutile scriverci qualcosa. Mi è capitato mille volte e mi capiterà ancora. Più mi sforzo di cercare ispirazione, meno probabilità ho di trovarla. Capita anche a te?
Non devi cercare di essere ispirato. Lo sarai, lo sei già adesso. L’ispirazione è come quando hai il tremolio energico della gamba perché sei agitato. Nello stesso istante in cui penserai a quel gesto involontario, la tua gamba si fermerà di colpo.
Non pensare all’ispirazione. Vivi il presente e sarai ispirato in ogni momento.
Magari se sei abituato ad appuntarti qualche promemoria su un post-it, scrivi anche questo: ricordati di essere presente.
Sì, dai, ricordiamocelo più spesso.
E pensiamoci di meno.