Il Fragore del ricordo è il nuovo romanzo della scrittrice potentina Anna Maria Basso e la redazione di Bonfirraro Editore l’ha intervistata per approfondire con lei alcuni dei temi principali del suo libro. Si tratta infatti di un racconto corale che, dal cuore della città di Napoli e passando per Maratea, ci conduce fino a Dallas, negli Stati Uniti alla scoperta dei misteri della mente umana e, soprattutto, dell’importanza dei ricordi.
Nel tuo romanzo si alternano fotografie molto dettagliate di alcuni luoghi del Sud, Napoli, Maratea. Cosa rappresentano per te?
Sono le mie radici, la mia storia. Come dico anche nel romanzo quel senso di protezione e sicurezza che dà il “nido” è unico e ci accompagnerà per tutta la vita. Ma è anche un trampolino di lancio, per guardare oltre e andare lontano, fino in America. A volte solo in un sogno come accade ad Adelina e a volte invece bisogna concretamente afferrare il coraggio e andare, proprio come accade a Lara.
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Il fragore del ricordo20,00€
Cosa hai in comune con le tue protagoniste Lara e Adelina?
Lara e Adelina sono due donne distanti due generazioni ma legate da un vincolo familiare. Ad accomunarle è soprattutto il coraggio di ricominciare, sempre e comunque, e di costruirsi una propria destinazione. Le loro storie, proprio come la mia sono sì storie di donne, ma anche storie del Sud e storie di un mondo che fu e che vorremmo dimenticare, storie che anche a distanza di anni continuano ad assomigliarsi. Storie di una lotta per la libertà e il diritto di contare che mi appartengono personalmente e parlano oggi a intere generazioni.
Come mai sono così importanti le pagine bianche della vita?
La vita di Adelina viene plasmata da tutto ciò che non le è mai accaduto perché le pagine bianche fanno parte della vita. Sono i vuoti, le mancanze, le speranze tradite, le attese disattese, le parole non dette, i sogni irrealizzati. Parlarne significa capire che non dobbiamo mai tendere a un unico orizzonte, nè camminare su un’unica strada.
Oggi si tende a dimenticare e mettere da parte gli eventi dolorosi. Perché invece è importante parlarne?
Da un punto di vista fisiologico, gli eventi negativi e più dolorosi hanno un impatto maggiore rispetto a quelli buoni e positivi. Il cervello elabora le informazioni positive e negative in due emisferi diversi e quelle negative impiegano più tempo ed energia per essere processate. Tuttavia nella nostra epoca si tende a dimenticare più facilmente, le nuove filosofie di vita orientano verso un distacco o la dimenticanza come rimedi per una probabile felicità. L’uomo di oggi preferisce rimuovere il dolore, l’esperienza del soffrire si avvale sempre più degli ausili della scienza e della tecnica. Il dolore svela la fragilità umana, espone all’imponderabile. Ma ricordare gli eventi dolorosi vuol dire ricordarsi del senso della sofferenza. Ricordarsi di sé e di tutte le domande che ci siamo poste sulla realtà e sul significato del mondo. .
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Alberto
meraviglioso: un sogno di riscatto che trasuda dolore e bellezza che diventa testamento morale da realizzare a dispetto delle secola radici che tutto vorrebbero eguale.